E'
uno dei più antichi della regione e costituisce un importante
esempio di evoluzione di un castelliere. Da un millennio domina le
vie di comunicazione verso le valli Giudicarie. Ma su quello sperone
roccioso forse si rifugiavano più di 2000 anni fa gli Stoni,
fierissima popolazione alpina massacrata nel 118 a. C. dalle legioni
del console romano Quinto Marzio. Su quel dosso sorse un
insediamento romano e gli archeologi vi hanno anche trovato i resti
di una basilica paleocristiana. Ma Castel Stenico, fortezza di
grande importanza strategica, fu attraverso i secoli il simbolo del
dominio temporale dei vescovi di Trento sulle Giudicarie.
La sua storia è legata indissolubilmente a quella dei Principi
vescovi che lo tennero fino al Settecento quando, con l’occupazione
delle truppe napoleoniche, ebbe inizio la sua decadenza.
Successivamente nel castello trovarono posto uffici
dell’amministrazione austriaca e infine passò al Demanio italiano
che ne iniziò il restauro, ma pensò bene anche di sistemarvi la
stazione dei carabinieri del paese. Dal ’75 è della Provincia ed
oggi ospita mostre, concorsi d’arte contemporanea e fotografica e
conserva una significativa sezione archeologica.
Il castello rappresentava il potere del Principe vescovo che vi
manteneva il Capitano delle Giudicarie cui competeva
l’amministrazione della giustizia ed era sede della gastaldia del
Banale. Un ultimo periodo di fulgore il maniero lo visse nel
sedicesimo secolo, quando diocesi e castello erano governati dai
Madruzzo. Il castello è di poco sovrastato da una leggera, ma
famigerata torre, detta "torre della fame". Fatta costruire da
Bozone nel XII secolo, veniva utilizzata come prigione: ma la
leggenda dice che i prigionieri vi venivano lasciati a morire di
fame (di qui il suo nome) e le loro urla si udivano fino in paese.
La leggenda aggiunge anche che nelle notti di luna piena gli spettri
dei condannati si aggiravano nei saloni del castello accendendo luci
alle finestre.
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